Riapre il Museo del sughero di Calangianus, lo gestirà una coop

La riapertura del Museo del sughero di Calangianus.

Dopo un lungo percorso, iniziato a seguito dell’esigenza di sistemare i locali dell’ex convento di San Francesco ed adeguarli alla normativa sulla Sicurezza e Prevenzione incendi, si è finalmente giunti alla sottoscrizione del contratto col quale il Comune di Calangianus darà in gestione gli spazi che ospiteranno il Museo del Sughero.

I lavori nei locali, avviati da tempo, hanno attraversato diverse fasi: dal reperimento di finanziamenti specifici, all’ottenimento di autorizzazioni da parte dei vigili del fuoco, in tema di Sicurezza, e della Soprintendenza Archeologia alle Belle Arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, in quanto trattasi di bene tutelato d’interesse storico architettonico, per concludersi con la realizzazione degli adeguamenti necessari della struttura di proprietà comunale. Si è così restituito all’uso civico un edificio di notevole pregio.

La gara, che ha visto la partecipazione di un unico soggetto economico la Cooperativa Sociale Contiamoc”IN”, è stata predisposta per una concessione di nove anni del locale suddetto con l’obiettivo di attivare il Museo del Sughero.

Un ruolo di primo piano lo avrà anche l’associazione turistico culturale Contiamoci, che in passato ha gestito il Museo e con la quale il Comune lo scorso anno ha sottoscritto un protocollo d’intesa per la valorizzazione e promozione dello stesso e delle attività collaterali.

“Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto che consentirà l’apertura del Museo, unico in tutto il panorama nazionale, che racconta del territorio e di un’attività economica ultra centenaria che ha connotato lo sviluppo economico e l’intera società calangianese e dell’intera Gallura”: ha affermato il primo cittadino Fabio Albieri.

L’auspicio è che questo ulteriore tassello di promozione del territorio, unito alla ricchezza del centro storico dell’abitato e alle bellezze paesaggistiche del Limbara, ricco di percorsi naturalistici, chiese campestri e dei siti archeologici di Pascaredda e Monti di Deu, costituiscano un’attrattiva turistica di sempre maggior interesse. 

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