Il parroco di Palau su Papa e frociaggine: “Battuta infelice, ho studiato la questione”

Il parroco di Palau interviene su Papa Francesco e la “frociaggine”

Don Paolo Pala, parroco di Palau, interviene in modo critico sulla “frociaggine” nei seminari di cui ha parlato Papa Francesco. Le dichiarazioni attribuite al pontefice hanno creato scompiglio e fatto storcere il naso a molti. Durante un incontro coi vescovi la stampa riporta che si sarebbe lamentato per i troppi gay presenti tra gli aspirante preti. “C’è già troppa frociaggine” è la sintesi che viene riportata. Ma non è tanto sulla forma che si sofferma don Paolo, lo preoccupa più la sostanza.

“Sono autore di un breve saggio teologico che ha per titolo: “L’accompagnamento dei presbiteri con orientamento omosessuale. Un approccio morale e pastorale” – scrive su Facebook il parroco di Palau -.
Non posso non pronunciarmi sulla questione, avendola studiata ed essendo oggetto di una costante riflessione. La mia posizione personale è in rispettoso dissenso con il Santo Padre. Il problema non è l’orientamento sessuale, il problema è l’equilibrio psicologico dei candidati e dei ministri già ordinati, chiamati comunque a vivere con fecondità il celibato per il Regno”.

Don Paolo parla anche dei termini usati dal Papa. “Sulle modalità espressive non mi pronuncio nemmeno – commenta -. È un dispiacere vedere anni di studi, riflessione, esperienze di accompagnamento, sofferenze di seminaristi e preti, liquidati da una battuta infelice inserita in un discorso che, per quanto riportato dalle agenzie di stampa, parrebbe anche peggiore”.

A chi mette in dubbio che Bergoglio possa realmente aver parlato in quel modo, don Paolo risponde nei commenti. “Purtroppo la parola è stata usata all’interno di un discorso ancora peggiore. La riunione era a porte “semichiuse” con la partecipazione non solo dei vescovi ma anche dei dipendenti della Cei e di molti giornalisti. Era ovvio che, prima o poi, venisse fuori”.

“Le persone, tutte le persone, perché prima di tutto si è persone, hanno il diritto di essere accompagnate ed il dovere di farsi accompagnare – spiega -. Il problema in relazione al sacerdozio ministeriale non consiste nell’orientamento sessuale, ma nell’equilibrio psicologico e spirituale di un candidato e/o di un presbitero e nella sua capacità di integrazione della sua dimensione affettiva e sessuale. Questo vale per tutti. Il discorso sarebbe molto articolato e certamente non contenibile in un post”.

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